L’Archivio ha la sua sede nella città di Venezia, sestiere San Polo, ed è ospitato fin dalla sua istituzione, nel 1815, entro una parte degli edifici dell’ex-convento presso la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, eretto nel XIII secolo.
Si tratta dunque di un’istituzione che non ha, in prima istanza, scopo di allestire percorsi di tipo museale.
Nacque infatti con l’intento di raccogliere tutti i documenti antichi conservati negli archivi pubblici e privati della città di Venezia, e da allora ha raccolto migliaia di documenti per una raccolta strutturata in oltre 80km di scaffalature che ospita più di 800 fondi. Fulcro di questo patrimonio sono, naturalmente, ogni genere di scritto prodotto durante la secolare storia della Repubblica di Venezia, dagli atti notarili alle liste di leva, da rendiconti e corrispondenze private di mercanti a documenti prodotti da organi statali ed enti religiosi. Oltre a questo immenso patrimonio archivistico, l’Archivio di Stato veneziano custodisce anche alcuni reperti archeologici, tra cui due mattoni con iscrizioni cuneiformi provenienti dalla Mesopotamia donati all’ente dall’archeologo inglese Austen Henry Layard.
“Collezione Layard” dell’Archivio di Stato di Venezia
La collezione venne assemblata dal celeberrimo archeologo inglese Austen Henry Layard, che durante i suoi scavi presso le antiche capitali assire di Nimrud e Ninive (odierno Iraq) raccolse una gran quantità di reperti per la propria raccolta privata, accresciuta dai doni ricevuti da autorità locali, colleghi e collezionisti. Molti oggetti rimasero a lungo esposti presso le sue residenze di Londra e di Venezia, ma altrettanti furono donati da Layard stesso ad amici e diplomatici. Così avvenne anche con il lotto di reperti mesopotamici che sono oggi esposti presso l’Archivio di Stato di Venezia, che qui giunsero tra il 1882 e il 1883 per volontà diretta dell’archeologo inglese.
Il corpus della collezione si compone di: 2 mattoni iscritti con caratteri cuneiformi, in buone condizioni, entrambi recanti un’iscrizione reale; uno di essi è datato al regno del sovrano neo-assiro Salmanassar III e proviene da Nimrud, l’altro risale all’epoca Neo-Babilonese e fu realizzato per volontà del re Nabucodonosor II.