Il Museo venne fondato nel 1851 da una società di privati cittadini e aperto al pubblico nel 1855, il tutto sotto l’egida del governo austro-ungarico. Originariamente ospitato da Palazzo Piomarta (oggi sede distaccata dell’università di Trento), la moderna Fondazione del Museo di Rovereto riunisce entro di sé musei e istituzioni culturali di tipo diverso, con sedi multiple nell’ottica di un progetto di musealizzazione diffusa.
L’attuale sede principale è presso Palazzo Parolari, dove con il nome di “Museo di Scienze e Archeologia” è allestito un grande polo museale articolato in sette aree tematiche, legate ad archeologia, scienze naturali, astronomia, arte e tecnologia, tutte caratterizzate da un forte dialogo con il territorio.
Qui è conservato anche il mattone iscritto di epoca Neo-babilonese che costituisce l’intera collezione di reperti del Vicino Oriente Antico del Museo.
Collezione vicino-orientale del Museo Civico di Rovereto
L’acquisizione, a beneficio della Sezione Archeologica del museo civico, è datata al 1984, quando il privato cittadino sig. Bruno Robol donò il reperto all’istituzione comunale.
Il corpus della collezione è dunque costituito da un mattone iscritto, di epoca Neo-babilonese e precisamente realizzato durante il regno del re Nabucodonosor (604-562 a.C.), il celeberrimo “Nabucco” verdiano.