Situato negli edifici dell’antico Ospedale di San Matteo, il Museo venne fondato nel 1819 da Pier Vittorio Aldini, archeologo e bibliografo romagnolo e docente presso l’università. L’intento dell’Aldini fu dal principio quello di allestire delle collezioni di reperti archeologici, numismatici e artistici che fossero funzionali alla didattica dell’ateneo.
I materiali del Museo sono oggi divisi e presentati all’interno di sei diverse collezioni: una corposa collezione di monete e gemme antiche, una collezione di reperti preistorici, una collezione di reperti egizi e orientali, una collezione di ceramiche classiche, una collezione di ex-voto etruschi e una gipsoteca.
Collezione vicino-orientale del Museo Archeologico dell’Università di Pavia
L’allestimento di una collezione di reperti provenienti dal mondo egizio e vicino-orientale fu avviata solo qualche anno dopo la fondazione del museo, nel 1845. Essa si è via via arricchita grazie a donazioni di studiosi di fama internazionale e ad acquisizioni oculate da parte dell’Ateneo a fini didattici.
Il corpus della collezione è costituito da due mummie egizie e da una serie di elementi di corredo funebre e reperti di medesima provenienza. Unico oggetto non-egizio è una figurina fittile femminile acquisita dal museo nel 1936, prodotta durante il Bronzo Medio I (2000-1800) nella Siria settentrionale.