L’Università degli Studi di Messina vanta un’antica tradizione: fu fondata dal Pontefice Paolo III nel 1548, come luogo di scambio di culture data la sua posizione cruciale per i rapporti tra la Sicilia e la Penisola italiana. Nel 1678 l’Ateneo venne chiuso, a seguito della rivolta antispagnola scoppiata nell’isola, per poi essere rifondato nel 1838 dal re Ferdinando II di Borbone.
Nonostante una breve chiusura durante i moti del 1848, l’attività dell’Università proseguì fino al 1908, anno del terribile terremoto che distrusse buona parte della città. In poco tempo, grazie anche alla solidarietà di tutta la Nazione, la città, e con essa l’Università, venne ricostruita e continua la sua attività tutt’ora. L’esigua collezione di tavolette, sette in totale, non è visibile al pubblico.
Collezione vicino-orientale dell’Università di Messina
L’Università degli Studi di Messina possiede una piccola collezione di tavolette cuneiformi, acquistate dall’antiquario Alberto Molayem di Roma su interesse del professor Giacomo Ferraù, Preside della Facoltà, nel 1994. Esse provengono per la maggior parte da Umma e datate tra il periodo paleo-accadico e la III dinastia di Ur, mentre una probabilmente da Larsa, appartenente al periodo Paleo-babilonese. I testi registrano elenchi di personale lavorativo, distribuzione di razioni e acquisto di beni.