Il museo è situato nel quartiere di Pegli, nella zona occidentale della città, all’interno della secentesca Villa Durazzo-Pallavicini, donata al comune nel 1928 dagli eredi della famiglia con l’espressa condizione di destinarla a uso culturale. La quasi totalità dei reperti qui esposti sono di proprietà di enti genovesi da molti decenni, e furono raccolti in un unico luogo grazie alla grande “Mostra d’Arte Antica” allestita a Palazzo Bianco nel 1892, in occasione del quadricentenario della scoperta dell’America; da lì, essi confluirono poi nel 1936 nel Museo Archeologico. 

Esso propone un percorso espositivo strutturato in 13 sale, organizzate secondo criteri di successione cronologica, dal Paleolitico fino alla tarda Età Romana, con una particolare attenzione al territorio della Liguria; ai reperti egizi e vicino-orientali è riservata l’ultima sala del percorso al pian terreno. La piccola collezione assira, costituita da tre reperti, fu assemblata a metà dell’800 dal domenicano padre Luigi de Negri, e da lui donata all’Università di Genova, che a sua volta la trasferì alla Mostra d’Arte Antica del 1892.  

Collezione di reperti orientali del Museo di Archeologia Ligure di Genova

La collezione venne assemblata da padre Luigi de Negri, frate domenicano originario di Montaldeo e ordinato a Genova. Egli fu missionario, a metà dell’800, in Kurdistan e Mesopotamia, e viaggiò attraverso la Siria, la Palestina e l’Egitto; ebbe così occasione di assistere agli scavi inglesi presso Nimrud (antica Kalkhu) e a quelli francesi presso Khorsabad (antica Dur-Sharrukin), città capitali dell’Impero Neo-Assiro. Con l’occasione, acquistò i tre pezzi che costituiscono la collezione, donandoli poi all’Università di Genova negli anni ’60 del XIX secolo. 

Questi reperti sono oggi conservati al Museo di Archeologia Ligure della città di Genova, che li ospita fin dall’anno della sua istituzione (1936). In precedenza, essi avevano fatto parte della “Mostra d’Arte Antica” allestita presso Palazzo Bianco, sempre a Genova, nel 1892, giungendovi come parte del contributo dell’ateneo cittadino.  

Il corpus di reperti provenienti dal Vicino Oriente Antico si compone di: 2 frammenti di bassorilievo in calcare, provenienti uno dal Palazzo di Assurnasirpal II a Nimrud e uno dal Palazzo di Sargon II a Khorsabad (altri frammenti appartenenti alle medesime lastre sono conservati a Vienna, Città del Vaticano e Baghdad, oltre ad alcuni frammenti in pessimo stato di conservazione ancora in situ); 1 frammento di Iscrizione Reale del Palazzo di Sargon II a Khorsabad (il cui testo completo, in parte perduto, fu copiato integralmente dall’archeologo franco-piemontese Paul Émile Botta). A questi vanno aggiunti diversi reperti egizi, acquisiti nel corso dei decenni da vari enti della città di Genova e confluiti nelle sale del museo. 

Paul Émile Botta // padre Luigi De Negri di Montaldeo